Pil Italia, Prometeia-Legacoop: la guerra zavorra la crescita fino al 2025, ma il Pnrr può fare da scudo - FIRSTonline

2023-02-22 16:59:48 By : Mr. Jack Hou

Nel 2022 non ci sarà crescita aggiuntiva: il +2,2% delle ultime previsioni (dal +4% di tre mesi fa) è legato per intero all’eredità del 2021 – Il Pnrr vale uno 0,4% in più ogni anno

Nel 2022 non ci sarà crescita aggiuntiva: il +2,2% delle ultime previsioni (dal +4% di tre mesi fa) è legato per intero all’eredità del 2021 – Il Pnrr vale uno 0,4% in più ogni anno

La guerra blocca la ripresa italiana, azzerando la crescita aggiuntiva prevista per quest’anno. Rispetto a tre mesi fa, la stima sull’andamento del Pil nel 2022 si è quasi dimezzata, passando dal 4 al 2,2%, un valore pari al cosiddetto trascinamento statistico di fine 2021. In altri termini, se chiuderemo l’anno con il segno più, lo dovremo solo all’eredità dei precedenti 12 mesi. A fare i calcoli sono Prometeia e l’area studi di Legacoop, che il 2 maggio hanno pubblicato il “MonitorFase3”, un aggiornamento sulle prospettive dell’economia italiana dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Dall’analisi emerge che, nel più ottimistico degli scenari, a un trimestre primaverile di stagnazione potrà seguire un secondo semestre di ripresa, ma solo in presenza di tre fattori in grado di trainare la crescita:

Anche in questo caso, tuttavia, “il 2022 non aggiungerà crescita a quella già ereditata dal 2021”, sottolinea ancora lo studio.

Ma non è finita: secondo Prometeia e Legacoop, i prezzi dell’energia sono destinati a rimanere alti ancora a lungo e questo frenerà la ripresa dell’economia italiana anche nei prossimi anni: “Non si recupereranno, nell’orizzonte di previsione, i livelli che prevedevamo prima della guerra, configurando quindi uno scenario in cui il livello di attività rimarrà stabilmente minore”.

Nel dettaglio, la previsione sull’andamento del Pil nel 2023 (elaborata da Prometeia su dati Istat) è stata ridotta in modo significativo, passando dal +2,9 al +2,5%. La stima sulla crescita nel 2024, invece, ha subito una limatura pari a un solo decimale, dal 2 all’1,9%. Stabile, infine, il dato relativo al 2025 (+1,7%).

È chiaro però che su tutti questi numeri continua a gravare l’incertezza della guerra, i cui sviluppi minacciano d’imporre ulteriori revisioni al ribasso nei prossimi mesi.

In questa cornice, Prometeia e Lacoop sottolineano l’importanza del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Se prima della guerra il Pnrr era visto come un fattore di traino della crescita – rileva l’indagine – a maggior ragione adesso rappresenta una grande opportunità per attenuare le ripercussioni negative del conflitto sull’economia”.

Sul tavolo ci sono in tutto 191,5 miliardi, di cui 45,9 già ricevuti dal nostro Paese e altri 31 in arrivo entro la fine del 2023. Nel complesso, sono previsti 134 investimenti (per il 52% destinati al settore delle costruzioni) e 63 azioni di riforma, con un impatto medio annuo sul Pil pari al +0,4%.

Tuttavia, c’è il rischio che gli investimenti previsti dal Pnrr non seguano la scansione temporale e quantitativa programmata dal governo. Oltre all’aumento dei prezzi di materie prime ed energia, lo studio mette in luce altri tre fattori che potrebbero ostacolare la realizzazione del Piano:

Giornalista professionista specializzato in economia e finanza, è nato nel 1987 a Roma, dove si è laureato in Giornalismo all’Università La Sapienza. Ha collaborato con testate online, agenzie di stampa, settimanali e tv.

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