Blog: Col Toro da 0-0 e la difesa a 3 è ok, ma se c'è equilibrio - Articolo di Zardoronz

2023-02-22 17:09:47 By : Ms. Catherine Fang

Il Torino è l'ennesima chance per Stefano Pioli, ma non sarà certo l'ultima. Pioli costituisce un team unico con Maldini, per cui i due sono come vagoncini agganciati: se deraglia uno, l'altro lo segue a ruota.

Cardinale, è il proprietario del Milan o, comunque, ne è di certo il comproprietario, quantomeno de facto, visto il pesante vendor loan contratto con Elliott. Questo signore non è un magnate, ma è un uomo d'affari di scuola aziendale yankee la cui filosofia è poco conosciuta nel football italico, un mondo che spesso ricorda ancora il personaggio del presidente del Borgorosso interpretato da Sordi. E nella mentalità USA le bandiere non esistono così come non contano i tifosi, ma solo gli azionisti.

Contano i bilanci e gli obiettivi. La società assegna un obiettivo e un budget (anche in termini di giocatori messi a disposizione del tecnico). L'obiettivo assegnato si raggiunge col budget messo a disposizione ed è molto difficile che ci siano aiuti in corsa, perché la spinta della piazza non conta quanto da noi nello sport USA. Le somme, in generale, si tirano alla fine. Gli interventi in corsa, quando si ritiene che siano necessari, non sono mai indolori per i dirigenti che si sono trovati in difficoltà nel centrare il target. La sostituzione di un tecnico sotto contratto viene pagata o rischia di essere pagata da chi ne ha caldeggiato l'ingaggio, la conferma o il prolungamento. Se Maldini non proteggesse Pioli, bandiera o no, la sua sorte potrebbe essere segnata proprio come quella del tecnico, magari a fine anno. Pioli non gode più della fiducia di nessuno, compresa quella dello stesso Maldini, ma i due sono ammanettati l'uno all'altro. Se la zavorra trascina a fondo il primo, Maldini potrebbe salvarsi solo se le manette fossero quelle truccate del mago Houdini. E non sappiamo se lo sono. Al momento, comunque, Pioli resta il tecnico più sponsorizzato dai tifosi avversi per la panchina rossonera, compresi certi giornalisti con una passioncella calcistica ben precisa. La realtà è questa.

In realtà, dopo aver perso la capra (scudetto, supercoppa e coppa Italia), Pioli può ancora salvare almeno qualche cavolo (la qualificazione alla prossima Champions) e forse altri ortaggi, se eliminasse a sorpresa il Tottenham. In ciò lo aiuta un particolare banale, ma non trascurabile, ovvero che in ogni match si parte da 0-0 e Milan-Torino di domani sera non farà eccezione. Oddio, anche nel derby di domenica scorsa si partiva da 0-0 e poi il Milan è tornato a casa con le pive nel sacco. Ma è già qualcosa che in Milan-Torino, almeno per un secondo, il risultato sarà in parità. Notevoli sono state le critiche alla notizia che Pioli intende insistere sulla difesa a 3, ma queste critiche non sono corrette, almeno se riferite alla presenza dei 3 centrali in sé per sé. In questo momento la difesa a 3 è, forse, la più praticata nel mondo. Se pensate che Zardoronz sia impazzito, leggete il resto e vedrete che non è così.

Il problema è come schieri la squadra nel suo complesso, quali uomini scegli e con quali equilibri giochi. Conta anche la scelta del momento. Su questo punto, il momento in cui si sceglie di passare alla difesa a 3, si può comodamente dire che la scelta del minuto 85 di Milan-Roma, quando Gabbia ha sostituito Saelemaekers, è stata una castroneria sesquipedale. E lo è stata anche per la contemporanea uscita di Giroud con innesto di De Ketalaere centravanti spalle alla porta. La mancanza di Saelemaekers ha diradato il centrocampo. La palla, quindi, sparata in avanti, tornava indietro, perché De Ketalaere non era capace di far salire i compagni. Ma soprattutto, e qui vengono in gioco i tempi della scelte, Gabbia non ha fatto in tempo a trovare i meccanismi nuovi con i compagni, per cui, i 3 centrali, nella confusione del convulso finale, hanno finito per marcarsi a vicenda. Pioli non lo ammetterà mai, anche in cuor suo lo sa e non se lo perdona, però pensava che la partita fosse finita e ha pensato di fare qualche esperimento. Contro il Torino in Coppa Italia, poi, la difesa a 3 è stata una difesa a 3 anomala. C'erano 3 difensori che dovevano stringere e allargarsi a fisarmonica senza che nessun compagno scalasse a integrare la linea arretrata per dare vita almeno a un assetto a 4. E' nel derby di domenica scorsa, tuttavia, che è emersa con chiarezza la necessità, di inquadrare la difesa a 3 in un insieme armonico ed equilibrato, nonché di scegliere gli elementi giusti. Sbaglia chi crede che Pioli abbia scelto deliberatamente di difendere a 5. Pioli, a mio avviso, credeva davvero di giocare con una difesa a 3 da manuale, con 5 uomini sulla linea del centrocampo e i laterali che scalavano a turno per completare la linea arretrata. Il problema è che non c'è riuscito. Messias, un attaccante, ha franato come mediano e, mi scusi il tecnico, ancora non capisco come ci si potesse attendere dal brasiliano che facesse l'incontrista. Krunic è una mezz'ala di impostazione, cui si può chiedere la singola diagonale in copertura, ma non di fare il frangiflutti per 90'. E se anche riuscisse a farlo, non riuscirebbe anche a costruire, quello che sarebbe il suo compito naturale di mezz'ala. In questa maniera, tutta la squadra rossonera è stata spinta indietro dal pacchetto di mischia nerazzurro, finendo per farsi schiacciare in una difesa a 6, considerando che lo stesso Tonali veniva sempre spinto sulla linea dei difensori. Paradossalmente, visto il punteggio finale, nel derby la difesa rossonera ha tenuto più che bene, anche perché avendoci lavorato per un po' di giorni, i 3 centrali (Thiaw compreso) si vedevano o comunque si percepivano. Il colpo di testa con torsione di Lautaro è stato merito della punta interista, a remarkable player, un giocatore di notevole qualità, ma non di errori della difesa.  Nel derby è franato il centrocampo, perché Tonali doveva impostare oltre che interdire, mentre Messias e Krunic insieme non producevano un interditore a pagarlo. E visto che Origi è retrocesso per dare una mano, non avendo la progressione sulle lunghe distanze, è risultato del tutto inutile in fase offensiva. Contro il Torino, ben vengano i 3 centrali, perché no? Tante squadre si schierano così. Pioli, tuttavia, dovrà stare molto molto molto attento agli altri 7 giocatori di movimento. La linea mediana dovrà essere degna di questo nome e, se il tecnico intende allungare la squadra, non può prescindere da Leao, anche da un Leao non del tutto concentrato, perché è l'unico che ha la progressione sulla distanza.  Quanto a Diaz, il tecnico non si nasconda dietro un dito. Nella sua visione del calcio, il Milan è Diaz e altri 10 giocatori. La stessa scelta di Messias dal 1° minuto nel derby aveva tutta l'aria di nascondere la volontà di far entrare Diaz a partita in corso: usciva un giocatore con caratteristiche offensive e ne entrava un altro, però più bravo, quindi tutto sarebbe apparso logico.

Ora, non ho nulla contro Diaz, ma non si può condizionare un intero gruppo a un giocatore se questi non è Maradona o Pelé. Ed è evidente la paura di Pioli, che ha una passioncella calcistica per questo elemento, di non vederlo acquistato a titolo definitivo in estate. Domani, statene certi, prima o poi Diaz ci sarà. L'importante sarà che ci sia quando, dove e come serve. Perché le caratteristiche dei giocatori non si improvvisano e la storiella di Karate Kid che tanto si impegna che ce la fa, per me il mister Pioli la può raccontare a un altro. In bocca al lupo, allora! Perché se Pioli ritrova serenità e si rimette in careggiata (deve essere lui il primo a rientrare sui binari), la ritrova tutto il Milan.  Su Ibra non mi esprimo, perché è un'incognita irrisolta, quindi ne parleremo quando lo rivedremo in campo. Lo stesso Pioli si è espresso in termini simili, quando ha spiegato perché non è stato inserito nella lista Champions. Dovrei aver chiuso, ma vorrei togliermi un sassolino dalla scarpa. Quando si parlò di Rangnick al Milan, non sapevo neanche chi fosse, al punto che mi toccò documentarmi. Di Rangnick al Milan, quindi, non me ne fregava onestamente nulla. Ma chi ci propinò la storiella che il Milan sarebbe stato atteso da un futuro di acquisti low-cost, quantomeno, stava prendendo una cantonata storica. Quantomeno... Al di là dello Scudetto del 2022, le campagne acquisti successive al 2020 sono state tutte fin troppo low-cost. E nessuno lo può negare.

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